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Pridemonth 5 Curiosità sul Pride

#Pridemonth: 5 Curiosità sul Pride

#Pridemonth: 5 curiosità sul Pride | Avrete di sicuro già sentito, o letto in giro, che giugno è il mese dell’anno in cui si celebra il Pride… Ma cosa si intende con questa espressione? Perché proprio giugno dedicato a queste tematiche così sensibili e importanti?

A queste e varie altre domande risponderemo in questo post, con lo stile e l’ironia di LoveDeal: sono Lee e ho raccolto per voi alcune notizie e curiosità, per festeggiare questo mese sapendone un pò di più…!

#1: Le origini del Pride

La primissima domanda che mi sono posta è: perché la maggior parte delle iniziative dedicate alla difesa e alla tutela dei diritti della comunità LGBTQ+ si concentrano a giugno? Momento storia: siamo a New York, nel Greenwich Village di Manhattan, 28 giugno del 1969.

Nel locale Stonewall Inn scoppiano dei violenti disordini in seguito all’ennesimo raid della polizia contro un’attività gestita e frequentata da omosessuali e transgender. Questo genere di aggressioni venivano giustificate come interventi contro vendite illegali di bevande alcoliche, in realtà in molti casi erano, banalmente, sfoghi di odio e omofobia.

I movimenti a supporto dei diritti, non tutelati, degli omosessuali e di tutta la comunità LGBTQ+ erano cominciati, negli Usa, nel 1965: in quell’anno arrivavano da Cuba inquietanti notizie circa campi di lavoro/ correzione per omosessuali.

I moti crebbero e sempre più voci si unirono al coro di chi protestava e cercava di farsi valere: per questo motivo, quel sabato notte allo Stonewall non ci furono solo le botte e gli arresti della polizia. Le persone si raccolsero all’esterno del locale e si opposero a quella violenza, resistendo: la riot durò per 5 giorni.

Quelle giornate, che vengono ricordate come i moti di Stonewall, sono il motivo per cui tutto giugno è dedicato all’orgoglio e alla resistenza del Pride.

#2: Una canzone a tema Pride: Born this way – Lady Gaga

La cantante autrice di questo pezzo è una delle personalità più eclettiche e poliedriche del panorama musicale mondiale. Indipendentemente dal genere che vi piace ascoltare, non si può non riconoscere che Lady Gaga, aka Stefani Joanne Angelina Germanotta, sia un’artista eccezionale.

Cantante, attrice, tanto figa da stare bene con qualsiasi colore di capelli…Di origini italiane, grazie al bisnonno messinese. Ha girato un bellissimo film strappalacrime e iper romantico con quel bono di Bradley Cooper, e già che c’era, ci ha scritto vicino una canzone colonna sonora con cui ha vinto un Premio Oscar.

Ha fatto di tutto: dal recitare coi Muppets, al fare la vampira bellissima in American Horror Story, all’indossare un vestito di bistecche agli MTV Music Awards del 2010. Gesto che scatenò tantissime polemiche, alle quali lei rispose, durante un’intervista, in questo modo:

“(il vestito)… Ha molte interpretazioni…Per me questa sera è: se non difendiamo ciò in cui crediamo e se non iniziamo a lottare per i nostri diritti, presto avremo gli stessi diritti che ha la carne attaccata alle nostre ossa. E io non sono un pezzo di carne”

Lady Gaga, che fra l’altro è Ariete come me ( credete nell’oroscopo? Non ci credete? Date comunque un’occhiata al nostro OroscopHot: quello di questo mese è dedicato alla Gemini Season e vi parlo anche di fantasie sessuali) è molto vicina al mondo LGBTQ+ e se ne è fatta varie volte portavoce.

Tanto che il pezzo che vi anticipavo è stato scelto come inno per le parate arcobaleno che si terranno nelle piazze di tutta Italia: Born this way.

My mama told me when I was young, “We are all born superstars”
She rolled my hair and put my lipstick on in the glass of her boudoir
“There’s nothing wrong with loving who you are”, she said, “‘Cause He made you perfect, babe
So hold your head up, girl, and you’ll go far”

Un’immagine evocativa e molto significativa, che racchiude il senso anche del video di questo pezzo: Lady Gaga partorisce una nuova razza, percepita come aliena ma completamente estranea all’odio e al pregiudizio.

All’inizio del video si sente la sua voce raccontare la storia di una Mother Monster che dà alla luce delle nuove creature:

 E così cominciò l’inizio di una nuova razza, una razza dentro la razza umana. Una razza che non genera pregiudizio, giudizio, ma libertà senza limiti.

Il video, girato da un celebre fotografo britannico, contiene citazioni a Madonna, altro indiscusso idolo della comunità LGBTQ+, al surrealismo di Salvador Dalì e Francis Bacon e vede il cameo di Rick Genest aka Zombie Boy, il modello che, pur essendosi tatuato la faccia e la testa come un morto vivente, risulta davvero molto figo…

Per chiuderla come dice Gaga in Born this way

Don’t be a drag, just be a Queen!

#3: Una serie Tv a tema Pride: Pose

Io ho guardato la prima stagione di Pose in un giorno e mezzo, alternando fasi di “wow che cosa meravigliosa” ad altre di “ho pianto tutte le mie lacrime”. Se non l’avete mai vista, cercate su Netflix: stra consigliata.

Trama: le vicende sono ambientate a New York fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. Si fa riferimento a un fenomeno culturale molto in voga in quel periodo: le ball, ossia delle competizioni a suon di look fantastici e spettacolari make up delle drag newyorkesi.

Sono gli anni di Madonna, di Vogue, gli anni di Trump, di un certo stile di vita, ma anche della diffusione dei primi casi di AIDS.

É giusto ricordare che, erroneamente, in quel periodo si pensava che l’HIV fosse una malattia “trasmessa dagli omosessuali”: circostanza che aggravava ulteriormente la ghettizzazione e le vessazioni verso di loro. Pose affronta questi temi con una leggerezza e una poesia meravigliose, con un cast di attori fantastici.

Billy Porter, nel ruolo di Pray Tell, giudice delle ball, con una lingua molto tagliente e uno stile unico: la scena in cui è al capezzale del suo compagno, terminale a causa del virus, gli è valsa una candidatura ai Golden Globe del 2019 come migliore attore in una serie drammatica. Billy Porter è stato anche una fantastica fata madrina drag in una recente versione di Cenerentola.

Altra performance che vale la serie è quella di MJ Rodriguez, classe 1991, la prima persona transgender a ricevere nel 2021 una nomination come miglior attrice per gli Emmy Awards e, nel 2022, a vincere un Golden Globe.

Bellissima e determinata, il suo personaggio Blanca, nel corso delle stagioni, affronta numerose difficoltà, la malattia, le angherie di pseudo amici, partner e società… Ma con una forza incredibile e una tenacia che dovrebbero ispirare!

#4: San Francisco: la città più Pride del mondo!

San Francisco, la quarta città della California, ospita probabilmente la comunità LGBTQ+ più attiva e importante a livello mondiale, tanto da valergli l’appellativo di “città più gayfriendly del mondo“.

A livello etnografico ( e vi sfido a trovare un’altra sexyblogger nel mondo che parli di etnografia) successe questo: San Francisco era una città di frontiera che, con la corsa all’oro, attrasse in breve tempo tantissime persone, soprattutto giovani.

Il tessuto sociale che si creò era fluido, privo di eccessivi schemi sociali e tendenzialmente libero: a San Francisco si osservano i primi casi di crossdressing, ossia il travestitismo, l’abitudine d’indossare abiti generalmente associati al sesso opposto. Ed erano anni in cui anche la donna in pantaloni faceva clamore!

San Francisco è anche la città del Mona’s, uno dei primi locali lesbo degli Stati Uniti; la città di Harvey Milk, primo politico apertamente omosessuale della storia americana.

Milk, interpretato da Sean Penn in un film di qualche anno fa, lottò molto per i diritti della comunità LGBTQ+: una delle sue campagne più celebri si opponeva a quanti volevano impedire a gay e lesbiche d’insegnare nelle scuole. Venne assassinato nel novembre del 1978.

Ricordiamo San Francisco perchè, nel 1970, sull’onda delle proteste di Stonewall, si tenne il primo Gay Pride della storia. Fu una parata per protestare contro le discriminazioni e le violenze subite dalla comunità. Nel ’72 si tenne il primo Gay Liberation Day Parade, precursore dei Pride di oggi.

Se volete immergervi nelle atmosfere queer, fluide e inclusive di questa città americana, vi consiglio di guardare i vari short movie Tales of the city. La protagonista, Mary Ann, è una timida ragazza di provincia che, alla fine degli anni 70, approda in città e si confronta con nuove, inedite realtà.

Uno spaccato del mondo LGBTQ+ molto poetico, dove vengono affrontati tantissimi argomenti e tematiche che ruotano intorno a questa realtà. Nel remake più recente recita Elliot Page, nato Ellen Page, attore canadese che da poco ha ultimato la transizione di genere, nei panni di Shawna, la figlia della protagonista.

E in Italia invece? Con le mie ricerche ho scoperto che il primo Pride italiano si è svolto a Sanremo il 5 aprile 1972: fu la prima occasione in cui nel nostro Paese si tenne una protesta pubblica in difesa della dignità e dei diritti delle persone omosessuali.

#5: Attenzione al Rainbow Washing!

Cosa si intende con questa espressione? Con Rainbow Washing, ossia lavaggio arcobaleno, ci si riferisce alle pratiche commerciali di alcuni brand volte a sfruttare la simbologia e la cultura LGBTQ+ per i loro fini commerciali, senza tuttavia sposare la causa e, in molti casi, di fatto, ostacolandola.

Celebre la polemica contro un marchio automobilistico, le cui politiche aziendali interne erano ostative per i lavoratori LGBTQ+. Altri marchi, soprattutto della moda, invece si battono per affermare i diritti e le tutele per la comunità, con donazioni e sostegno concreto a organizzazioni e manifestazioni.

In pratica, potremmo sintetizzare che le manovre di marketing ispirate al Rainbow Washing sono, di fatto, delle grandi parac*late!

E noi di Love Deal?

Il nostro obiettivo è quello di essere il più fluidi, inclusivi e aperti possibili, al di fuori da logiche di mercato, ma perchè è quanto di più naturale ci si aspetti da una realtà sana del XXI secolo.

La società viene definita, spesso eteronormata, come se l’unica possibile concezione delle dinamiche sociali fossero basate sull’eterosessualità. Credo, tuttavia, che aprire i propri orizzonti sia quanto di meglio possa fare chiunque, etero, gay, lesbica, non binario, asessuale, poliamoroso o queer che sia.

L’amore ha bisogno di rispetto, non di un genere!

Io sono Lee, content creator e blogger di Lovedeal: tratto tematiche di attualità, recensisco prodotti per voi e, quando mi sento ispirata, penso al mio scopamico preferito, guardo le stelle e scrivo l’OroscopHot ogni mese. Vi aspetto su questo blog e sulla mia pagina Instagram per non perdervi i miei contenuti ironico-erotici. 

Alla prossima settimana, con una recensione di un fantastico prodotto, scelto come giocattolo speciale per il #Pridemonth.

Lee

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